I vecchi studi sulla gerarchia sono ormai superati: il branco è come una famiglia in cui i genitori prendono le decisioni importanti per il bene dei figli.
Il termine “lupo alfa” è stato introdotto da Rudolf Schenkel, uno studioso di comportamento animale, che negli anni ’30 e ’40 studiò un gruppo di lupi in cattività nello zoo svizzero di Basilea, cercando di identificare la “sociologia dei lupi”.
Nella sua ricerca Schenkel identificò due lupi primari nel branco al vertice della scala gerarchica del branco, un maschio e una femmina, i “primi nel gruppo”, e notò anche “violente rivalità” tra i vari membri del branco.
Nel suo articolo Schenkel tracciò spesso frequenti parallelismi tra lupi e cani domestici, facendo seguire le sue conclusioni sui cani di casa.
Il problema cruciale nello studio sui lupi di Schenkel è che è stato il primo studio sui lupi in cattività, ma non ha poi portato ad altri studi effettuati in natura.
Il concetto di “lupo alfa” è stato rafforzato anche dal biologo naturalista L. David Mech nel 1970. Mech passò alcuni anni, negli anni ’60, a studiare i lupi nel Michigan’s Isle Royal National Park, e ribadisce le teorie di Schekel sui “lupi alfa” e sulla gerarchia nel branco basata sulla competizione. I seguaci di Mech sono portati a credere che la dominanza giochi un ruolo chiave nell’ordine sociale dei lupi e che questi siano naturalmente portati a dominarsi l’un l’altro.
Negli ultimi anni gli studiosi di comportamento animale, incluso lo stesso Mech che ormai ha rinnegato la teoria del “lupo alfa”, hanno impiegato molto tempo a studiare i lupi in natura e hanno osservato come i loro comportamenti siano diversi da quelli documentati da Schenkel e altri studiosi riguardo ai lupi detenuti presso lo zoo.
“Il concetto di lupo alfa che guida un gruppo di conspecifici pressoché coetanei” scrive Mech successivamente , “ è stato particolarmente fuorviante”. Mech riporta come le prime pubblicazioni valutassero il potenziale di ciascun cucciolo di divenire un soggetto alfa, considerando che i lupi vivono in gruppi in cui qualcuno diviene alfa e gli altri sono subordinati.
Mech rivela poi che i suoi studi sui lupi in natura hanno rilevato che i lupi vivono in famiglie: due genitori insieme con i loro piccoli cuccioli. I lupi non hanno un innato senso gerarchico, non nascono leader o subalterni. I soggetti “alfa” sono semplicemente quelli che in un qualsiasi altro gruppo sociale chiameremmo “genitori”. La prole segue i genitori come avviene naturalmente in ogni altra specie.
Nessuno ha “conquistato” il ruolo di leader del branco, i genitori mantengono una guida sulla prole in virtù del loro ruolo.
Gli studi effettuati su lupi in cattività hanno valutato individui adulti, non imparentati tra loro, che vivevano insieme in condizioni di prigionia.
I giovani lupi non devono sfidare il soggetto “alfa” per diventare leader del branco e quando i cuccioli diventano adulti si allontanano dalla famiglia dei genitori, formano nuove coppie, generano nuovi cuccioli, dando vita così alla propria famiglia.
Questo tuttavia non vuol dire che i lupi non manifestino comportamenti di prevalenza sociale. I lupi (e gli altri animali, compreso l’uomo) manifestano comportamenti sociali di gerarchia, ma le relazioni gerarchiche sono spesso relative alla situazione specifica e possono quindi variare enormemente da individuo ad individuo.
Non si vuole annullare l’intero concetto della manifestazione del comportamento di dominanza sociale nei lupi, ma solo la struttura gerarchica del branco.
Le ricerche sui lupi, sia in cattività che in natura continuano, si sta sviluppando un quadro più complesso e dettagliato del comportamento dei lupi, ma la semplicistica nozione del “lupo alfa”, e di conseguenza del “cane alfa” persiste ancora; purtroppo questa idea superata è ancora profondamente radicata in certi ambiti di addestramento canino.
Fonte: S.I.S.C.A. – Società italiana per lo studio del comportamento animale
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